Virtuale
Cap.8 Virtuale
Sintesi
Il testo narra di Sara , una donna che attraverso un visore per la realtà virtuale, vive un’esperienza immersiva sul Cammino del Nord in Spagna, incontrando virtualmente altri pellegrini e godendo della bellezza del paesaggio. L’esperienza virtuale è vivida, tanto da farle percepire suoni e sensazioni reali del cammino. Al termine della simulazione, Sara si ritrova nella sua realtà quotidiana, affacciata alla finestra sul parcheggio di un supermercato. Il contrasto tra il viaggio virtuale appagante e la routine reale la porta a riflettere sul desiderio di intraprendere un’avventura simile nella vita vera. La scena finale mostra un ragazzo nel parcheggio del supermercato, suggerendo un ritorno alla concretezza e alle interazioni reali. Il racconto esplora il confine tra realtà e virtualità, e il desiderio umano di evasione e connessione.
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La luce dell’alba illuminava la strada e la faceva risplendere di una sfumatura violetta. Sara camminava serena e felice, con il suo zaino in spalla, dal quale sbucavano il sacco a pelo e il materassino arrotolato. Accanto a lei, alcuni pellegrini provenienti dalla Germania cantavano.
Alla sua sinistra, una parete rocciosa si ergeva alta a picco sul mare; alla sua destra, un mare immenso e di un blu intenso si estendeva a perdita d’occhio. Sotto di lei, una passerella sembrava fluttuare, appena adagiata sulla parete della falesia. Non era mai stata nei Paesi Baschi e non immaginava potessero essere così belli. Oltre alle scogliere a picco sul mare, percorrendo quei sentieri poteva apprezzarne la frescura.
L’atmosfera gioiosa, tipica del popolo spagnolo, la coinvolgeva, così come la felicità di condividere quel cammino con tanti ragazzi che, come lei, avevano deciso di trascorrere un po’ di tempo lontano dal trambusto cittadino e a stretto contatto con la natura.
Mentre camminava, un uomo di circa 40-45 anni si avvicinò a lei. Veniva dall’Italia, e questo lo si poteva intuire dalla bandierina bianca, rossa e verde che sventolava dal suo zaino.
“Ciao, come ti chiami?” chiese lui.
“Sara,” rispose subito lei.
“Piacere, io sono Angelo. Di dove sei? Roma?”
“Meglio che non te lo dica,” rispose Sara con un sorriso sornione.
“E perché? Cosa c’è di strano?”
“Niente, niente” sempre sorridendo divertita
“Guarda, non voglio attaccare bottone, solo fare due chiacchiere prima dell’arrivo alla tappa.”
“Sì, sì, tranquillo,” rispose Sara ridendo. “Sto scherzando, mi fa piacere. Sei grande tu, quanti anni hai?
“42”
“Come mai qui?” chiese Sara
“Sono venuto perché… non lo so, volevo vivere un’avventura.”
“Un’avventura? Beh, hai scelto uno delle mete turistiche più affollate del mondo, almeno nell’ultimo quarto di secolo.”
“Eh sì, in effetti non immaginavo che camminare qui, sul Cammino del Nord, fosse così turistico. Però mi fa piacere, anzi, lo preferisco. All’inizio pensavo a un viaggio da solo, in piena solitudine, ma il contatto con le altre persone mi sta facendo veramente bene all’anima.” rispose Angelo e poi aggiunse con tono pensieroso.
“In realtà me la sono studiata bene: mi sono preparato per un anno, ho fatto un po’ di allenamento, ho studiato le mappe, le varianti..”
“Bè, c’è poco da studiare: una volta che ti inserisci nel cammino è tutto segnato” lo interruppe Sara ridendo
“In effetti è così! Però è bello, ragazzi. Bell’atmosfera, bella esperienza, bello tutto!” rispose Angelo
“Hai ragione,” disse Sara.
“È troppo bello camminare qui. Hai visto che mare spettacolare? Questi suoni, questi silenzi… il ritmo cadenzato dei pellegrini che camminano gioiosamente. Chi canta, chi sorride, chi mangia… è meraviglioso.”
“Sì, è fantastico. Arrivi fino a Santiago o prosegui per Finisterre?”
“Pensavo di arrivare fino a Finisterre. Anzi, in realtà, fino a Muxía e poi forse tornerò indietro, vediamo se ho ancora giorni. Sai, ho un figlio piccolo e non mi va di stare via troppo a lungo.”
“Ah, sei venuto da solo?”
“Sì, sono separato.”
“Ho capito. Vabbè, senti Sara, io ti saluto, allungo un po’ il passo.”
“Ok, tranquillo, vai.”
All’improvviso, il suono del citofono bloccò Sara, che subito portò le mani alla testa. Sfilò il visore dalla testa e d’improvviso si ritrovò in piedi davanti alla finestra che dava sul supermercato. Intanto, il citofono continuava a suonare. Corse a rispondere: era il solito corriere Amazon che le consegnava un accessorio ordinato tre giorni prima.
“Lo lasci all’ingresso, grazie. Quando scendo lo prendo.”
Riattaccò la cornetta del citofono al muro e tornò alla finestra. Continuava a pensare all’esperienza interattiva avuta con il visore e all’incontro con quei pellegrini virtuali. Sarebbe stato bello andarci davvero. Ma non se la sentiva di avventurarsi in un’esperienza così lontana dalla sua vita di tutti i giorni.
Mentre rifletteva, notò nel parcheggio sottostante un ragazzo che cercava di racimolare qualche soldo aiutando gli anziani a prendere il carrello.
Gli dispiaceva che si fosse ridotto a fare un lavoro tanto umile pur di andare avanti, anche se l’abbigliamento non era trasandato, anzi stranamente le sembrava vestito con abiti di marca. Si preparò una tazza di latte bianco per i suoi biscotti e si sedette sulla sua amata poltrona. Dall’esterno poteva vedere i due grandi alberi che la proteggevano da sguardi indiscreti.
Non lo aveva mai notato prima e questo la portava a riflettere, facendola sentire come se fosse spettatrice di un fallimento personale. Le faceva tenerezza e trovava educate e carine le modalità con cui cercava di aiutare gli anziani. In un certo senso, quella sua delicatezza la rassicurava. Forse, si domandava, era uno di quei rari ragazzi che, quando camminano e trovano un verme sull’asfalto, non si divertono a schiacciarlo, ma piuttosto prendono un bastoncino e lo spostano delicatamente sull’erba, permettendogli di continuare a vivere. Lei aveva sempre cercato un ragazzo così, uno di quelli che “salvano i vermi per strada” senza mai trovarlo.
Tutte queste riflessioni la portarono quasi a fare tardi. Resasi conto del tempo che stava passando, si alzò di corsa, andò a cambiarsi, si vestì e uscì sbattendo la porta. Scese dal portone, girò a sinistra, attraversò l’arco che separava la piazza interna dei palazzi dall’esterno e svoltò subito a destra per entrare nel portone dell’autofficina dove lavorava. Sempre a testa bassa, si avvicinò al suo tavolo da lavoro e iniziò a spuntare le fatture.
“Sara, noi domenica andiamo a fare una gita al laghetto, se ti va, potresti venire con noi”, le disse la sua collega, riferendosi alla classica gita che faceva quasi una volta al mese con suo marito.
Sara alzò lo sguardo e le sorrise. Era quasi tentata di accettare, ma poi l’idea di ritrovarsi a trascorrere la domenica con due signore anziane la rattristò un po’.
“No, grazie cara, non posso. Mi dispiace. Mi avrebbe fatto tanto piacere”, rispose Sara, tornando subito a guardare il monitor e a controllare che le fatture combaciassero con i pagamenti ricevuti.
Spunti di riflessione su “Virtuale”
Temi Principali ed Idee Chiave:
La Natura Iperreale del Pellegrinaggio Virtuale: La narrazione si apre con una vivida descrizione sensoriale di un cammino lungo la costa, presumibilmente il Cammino del Nord in Spagna. L’uso di dettagli come “la luce dell’alba Violetta”, “una parete rocciosa alta a picco sul mare”, “un mare immenso Bello Blu” e la “Frescura” dei sentieri crea un’esperienza immersiva per il lettore. La presenza di altri pellegrini, “provenienti dalla Germania” che “cantavano”, e l‘“atmosfera Gioiosa tipica del Popolo spagnolo” contribuiscono a un senso di autenticità e comunità.
La luce dell’alba illuminava la strada e la faceva la luce dell’alba Violetta, illuminava la strada Sara , camminava serena e felice aveva indosso il suo zaino da cui sbucava il sacco a pelo e la stoina è il materassino arrotolato accanto a lei dei Pellegrini provenienti dalla Germania cantavano.
Il Desiderio di Connessione Umana e Fuga dalla Solitudine: L’incontro tra Sara e Angelo, un pellegrino italiano, evidenzia il desiderio di interazione sociale anche in un contesto di ricerca personale come il cammino. Inizialmente, Sara appare un po’ restia alla conversazione, ma poi si apre, condividendo la sua sorpresa per la quantità di turisti sul cammino e ammettendo che “il contatto stretto con le altre persone mi sta facendo veramente bene all’anima”. Angelo, d’altra parte, rivela di aver inizialmente pensato a un viaggio in solitudine, ma ora apprezza l’atmosfera e la compagnia.
All’inizio avevo pensato una cosa a un viaggio da solo in piena solitudine, ma il colpo stretto contatto con le altre persone mi sta facendo veramente bene all’anima.
Citazione Angelo: “Però bello ragazzi bello bello, bell’atmosfera, bella bella.”
La Semplificazione della Vita e la Riscoperta delle Essenzialità: Durante la conversazione, emerge una riflessione sulla semplicità della vita e su quanto poco sia necessario per la felicità. La condivisione dell’esperienza del cammino porta i personaggi a rendersi conto che i bisogni fondamentali spesso si riducono a elementi pratici come “un sacco a pelo” e “uno zaino”.
La sensazione di libertà mentale alla fine camminando qui ti rendi conto che hai bisogno soltanto di poche cose nella vita e spesso queste poche cose coincidono con un sacco a pelo che erano uno zaino.
Il Brusco Ritorno alla Realtà Quotidiana: Il culmine della narrazione è il repentino ritorno di Sara alla sua realtà attraverso un elemento inatteso: il suono del citofono. La transizione dalla vivida esperienza del pellegrinaggio virtuale al ritrovarsi “in piedi sulla finestra che dava verso il supermercato” è straniante. L’arrivo del corriere Amazon con un oggetto ordinato online contrasta fortemente con la semplicità e l’essenzialità sperimentate nel mondo virtuale.
D’improvviso il suono del citofono blocco Sara che si gira verso il mare e allungò le mani sulla sua testa e boom tolse il visore. Si ritrovò in piedi sulla finestra che dava verso il supermercato.
Il Desiderio Inespresso di Autenticità: Nonostante l’esperienza virtuale intensa, Sara nutre un desiderio di autenticità. Il suo pensiero finale, “e sarebbe stato bello andarci davvero”, sottolinea la limitazione dell’esperienza virtuale e la brama di vivere l’esperienza del pellegrinaggio in prima persona. Tuttavia, la sua esitazione (“Ma solo non aveva voglia di avventurarsi in una cosa così grande”) rivela una potenziale barriera o timore nell’affrontare la realtà.
E tornò alla finestra. Da lì lì continua ancora a pensare all’esperienza interattiva avuta col visore e dall’incontro fatto con questi pellegrini virtuali e sarebbe stato bello andarci davvero.
L’Osservazione della Marginalità Urbana: La narrazione si conclude con un’osservazione nel parcheggio del supermercato: un ragazzo che cerca di guadagnare denaro aiutando gli anziani. Questa immagine introduce un elemento di realtà sociale e quotidiana, creando un ulteriore contrasto con il mondo idealizzato e virtuale appena esperito da Sara .
Conclusioni:
Nel testo si offre una riflessione sul confine sempre più labile tra esperienza virtuale e realtà. Le simulazioni immersive possano soddisfare temporaneamente il desiderio di connessione, avventura e riscoperta delle essenzialità, ma non possano completamente sostituire l’esperienza autentica. Il brusco passaggio dal pellegrinaggio virtuale alla routine quotidiana, simboleggiata dalla consegna di un acquisto online e dall’osservazione della realtà sociale nel parcheggio, evidenzia il potenziale divario tra il mondo desiderato e la vita vissuta. Il racconto lascia il lettore con una sottile malinconia e una riflessione sul vero significato della ricerca e della connessione umana.