Sara e Nina
Cap.3 Sara e Nina
Rifletteva tra sé e sé cercando di capire. Uscì dal portone del palazzo e attraverso la strada guardando a terra e senza una meta precisa. Camminava e pensava a Kai: come era possibile che un chatbot avesse avuto un comportamento “irrazionale”? Quando alzò gli occhi da terra si ritrovò proprio davanti al supermercato.
Entrando notò alla sua destra una ragazza che cercava di prendere un carrello senza riuscirci. Cercò nelle tasche una moneta per sbloccare il carrello e si avvicinò.
- Posso aiutarti.
- Non si preoccupi.
- Le serve una moneta?
- Non si preoccupi. Posso farne tranquillamente a meno.
La ragazza, abbandonata l’idea di fare la spesa con il carrello, scomparve tra gli scaffali. Il ragazzo si avvicinò alle casse continuando a fissare le corsie nella speranza di rivederla.
La ragazza intanto si era fermata al reparto surgelati, si era poi fermata al banco del pane per poi scivolare via verso le casse.
Sara, questo era il suo nome, aveva notato con la coda dell’occhio che quel ragazzo la stava osservando e le sorrideva. Eli però faceva di tutto per evitare il suo sguardo sorridente.
Mise le sue poche cose sulla cassa automatica, poi afferrò il telefono che passò veloce sul lettore di pagamento quindi uscì dirigendosi verso casa a piedi. Il palazzo dove si trovava il suo appartamento era a pochi minuti dal supermercato, duecento metri circa sulla sinistra.
Nel breve tragitto che separava il supermercato dalla sua abitazione non fece altro che guardare lo schermo del telefono, scrollando repentinamente. Senza curarsi minimamente delle persone che avevano preso l’ascensore con lei, continuò a fissare il dispositivo.
Arrivata a casa abbandonò la spesa sul tavolo e andò in camera da letto; ne uscì poco dopo completamente trasformata: super truccata, abiti succinti, capelli fonati e sguardo impertinente.
Si mise seduta sulla poltrona e si piazzo davanti un anello luminoso Led con il telefono ben piazzato al centro e cominciò la sua diretta.
“Buongiorno ragazzi. Eccomi qua! Sono la vostra Nina e vi trasmetto da Los Angeles. Oggi il tempo è bello e il mare calmo; sono appena tornata da una bella surfata con gli amici della spiaggia. Il costume che ho indossato è marca “SurferPink”, trovate il link sulla bio. Vi ricordo che se mi volete vedere con il mio costume super sexy vi basta collegarvi al mio account su OnlyFan. Il mio link è super semplice: onlyfans.com/nina4everpink. Ho comprato una bellissima camicia da notte che farò vedere solo agli “amici più amici” che hanno la gentilizza di aiutarmi con un piccolo contributo economico. Anzi facciamo così. Con gli amici “generosi” farò due chiacchiere ‘osè’ ..senza nessun freno! Ciao ragazzi e ricordate Nina è qui per voi. Kiss!”
Chiuse la diretta e immediatamente sparì quella energia che l’aveva pervasa da quando si era seduta sulla poltrona.
Si diresse di nuovo in camera e ne uscì dopo mezz’ora struccata, con i capelli raccolti e una tuta rosa. Da un armadio nel salone tirò fuori il robot per cucinare, digitò una sequenza numerica e attese le istruzioni.
**Soufflé al formaggio** Ingredienti: - 150 g di formaggio grattugiato (Gruyère o Parmigiano) - 50 g di burro - 50 g di farina - 300 ml di latte intero - 4 uova (separate tuorli e albumi) - Un pizzico di noce moscata - Sale e pepe q.b. **Procedimento:** 1. **Prepara la besciamella:** - Metti il burro e la farinel contenitore anteriore e digita il tasto invio - Attendi il beep 2. **Aggiungi il formaggio e i tuorli:** - Aggiungi il formaggio grattugiato, la noce moscata e i tuorli e digita il tasto 5\. 3. **Monta gli albumi:** - Aggiungi gli albumi con un pizzico di sale e il pepe digita ancora il tasto 5.. 4. **Cuoci il soufflé:** - Avvia la cottura digitando il tasto 6\. - Attendi il beep 5. **E’ pronto\!**
Dopo aver pedissequamente seguito le indicazioni vocali del robot, si mise seduta sulla poltrona per rispondere ai commenti: rideva e si arrabbiava, a volte parlava da sola senza mai curarsi di come stesse procedendo la preparazione del soufflé.
Dopo circa 25 minuti un bip bip averti Sara che il piatto era pronto: si avvicinò al robot, prese la pietanza calda e la dispose al centro del tavolo. Aggiunse due bicchieri da vino vuoti, due piatti, le posate e del pane.
Prese di nuovo il telefono dalla poltrona, salì su una sedia e fotografò il piatto. Poi dopo qualche minuto di riflessione scelse le foto che meglio interpretavano il mood della serata e le condivise online aggiungendo la seguente frase:
“Soli si sta bene ma è meglio in due. Kiss4you #loveisbetter #souffle&love”
Non tardarono ad arrivare i primi 25 like. Poi 250, 500, … La sua serata si sarebbe conclusa nel caldo del letto scrivendo le risposte ai follower.
Aveva ben 9000 follower impazienti di immagini, micro video o risposte; lei del resto pubblicava ogni giorno e, attraverso un abile utilizzo delle piattaforme disponibili on-line, costruiva storie fantastiche: lei che passeggiava in una spiaggia esotica; lei che volava su un Jet privato; lei che guardava la neve dalla finestra, ecc.
Se Sara era l’impiegata impegnata in ufficio ogni giorno, Nina era invece una donna bellissima e ricchissima che trascorreva il tempo viaggiando e divertendosi. Nina era affascinante e simpatica ma anche sensuale e impertinente. La donna che ogni uomo avrebbe voluto conquistare.
Grazie a diverse app, opportunamente testate, modificava tutte le foto: il colore degli occhi, i capelli da lisci a mossi, incarnato più scuro più, proporzioni dell’ovale del viso più allungato, …
Nina era bella ma anche disinibita tanto che molti uomini non disdegnavano di pagare qualcosa per i suoi video più osè.
A mezzanotte circa suonò l’allarme che le ricordò della videocall già prenotata da una settimana da uno dei suoi più ferventi ammiratori. Tornò in camera per l’ennesima volta e si cambiò di nuovo. Ne uscì vestita con una vestaglia trasparente fucsia, un reggiseno e una mutandina neri. Basta.
Si sistemò nella sua iconica poltrona dove di nuovo fissò il telefono nello sgabello con la luce circolare ed avviò la diretta.
- Ma buongiorno - disse non appena si materializzò nello schermo del telefonino il volto barbuto del suo fan.
- Buongiorno bellissima. Come stai? Sei stupenda!
- Ciao bene. Ma perché non mi ha più chiamato più spesso?
- Hai ragione
- Lo sai che è già passata una settimana dall’ultima volta che mi hai chiamato?
- Lo so bellissima. Ho mia figlia a casa. Sto un po’ impicciato e poi sei diventata troppo costosa. Lo sai quanto mi costa questo video?
- Per la diretta sono 150 euro con una durata di 45 minuti. Non te la prendere con me, io mi sono allineata alle tariffe standard: non posso farci proprio niente. Ti pare che se potevo non ti avrei tolto qualcosa.
- Ma sì, lo so tesoro mio Nina. Sei bellissima! Fammi vedere qualcosa.
- Sei proprio cattivello. Non ci sentiamo da un po’ e neanche due chiacchiere per scaldarci un attimino.
- Non mi va di sprecare i pochi minuti a disposizione.
- Va bene. Allora cominciamo. Guarda qua, ti piace questa bella vestaglia
- Sì tantissimo.
- Ecco qua adesso questa vestaglia vola via
- Nina, ti prego, sei troppo bella, mamma mia. Ti posso raggiungere?
- Ma che dici? Ma non sai neanche dove abito?
- Dove stai?
- No. no, non si può; non si dice
Mentre parlavano si disponevano nelle posizioni più voluttuose e standardizzate, mostrando le parti più intime con espressioni sensuali. Le cose andarono avanti per circa altri 40 minuti e solo quando il tempo stava per scadere solo la ragazza si sfilò l’ultimo capo d’abbigliamento che aveva indosso. L’uomo era nel pieno dell’eccitazione.
- Oddio Nina, sei troppo bella! Aspetta. Ferma così
- Il tempo sta finendo tesoro
- Aspetta. Aspetta, aspetta, aspetta solo un minuto che….
Il collegamento si interruppe.
- Mamma mia che palle questo! Che viscido!
Si sistemò sul divano, si stese una coperta in pile sopra e si mise a guardare la sua serie preferita. Dopo nemmeno un’ora se ne tornò in stanza per riposare.
I suoi fan non avrebbero mai potuto immaginare che dietro la disinibita e simpatica Nina si celava Sara, la contabile della grande autofficina “Frasacco” che ogni giorno registrava le fatture in ingresso. Nessuno avrebbe potuto immaginarlo.