La bolla

un uomo che si è tolto la benda dagli occhi

Cap.6 La bolla

Sintesi

”La Bolla” narra di Dario, uno sviluppatore che scopre di non essere il talento eccezionale che l’azienda lo ha portato a credere. Un aggiornamento del suo assistente virtuale aziendale, CAI, rivela la sua reale posizione nella classifica dei dipendenti. Questa rivelazione fa crollare la sua percezione di sé, costruita su falsi riconoscimenti. Dario abbandona il lavoro e, incontrando degli anziani bisognosi di aiuto al supermercato, trova un inaspettato senso di utilità e riscopre il valore dei gesti semplici. L’esperienza lo porta a confrontarsi con una verità scomoda, ma liberatoria, sulla sua carriera e identità.

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L’alert rosso lampeggiava in alto a destra sul monitor. Al centro dello schermo si leggeva: “Rallentamento della produttività”. Immediatamente, cliccò sulla X posizionata in alto a destra del riquadro e il banner sparì.

Dario continuò a parlare con CAI come già stava facendo da circa un’ora e mezza. Invece di dedicarsi all’attività di produzione, aveva perso già un’ora e mezza a chiacchierare amabilmente con questo suo nuovo amico, facendo domande totalmente lontane dal focus della sua attività.

  • Quindi, secondo te, Dario non è il più bravo sviluppatore qui in azienda?
  • No. Se esaminiamo il flusso dei contributi e la quantità di codice prodotto, ti posizioni al 715° posto - rispose sintetico CAI.
  • Quanti sviluppatori lavorano qui in Europa?
  • 1189

Non era il migliore, ma non era neanche tra i peggiori.

  • E allora perché? - ripeteva ad alta voce

Perché l’azienda gli aveva mandato tutti quei riconoscimenti dove si diceva ‘il miglior sviluppatore del semestre’; ‘il più bravo contributore del trimestre’; “lo sviluppatore TOP del semestre”. Forse ricordava male.
Si mise al PC e con il mouse aprì la cartella dei documenti aziendali salvati, quindi la sotto cartella “PDF certificati di merito”.
Nel primo c’era scritto: “Primo classificato nella competizione interna, primo trimestre dell’anno”. Ne aprì un secondo: “Miglior sviluppatore 2024”. Richiuse anche il secondo allegato, quindi li selezionò entrambi e li caricò sulla finestra di dialogo di CAI. Digito velocemente la domanda: “Questi sono i due riconoscimenti ottenuti dall’azienda nell’ultimo periodo che evidenziano il valore del mio contributo. Perché tu dici che sono soltanto il 715° sviluppatore nella graduatoria di quelli presenti in Europa?“.
La risposta di CAI arrivò subito e fu devastante: “Questa tipologia di certificati interni certificano la graduatoria delle unità di lavoro selezionate dal top management. Purtroppo non posso aggiungere altro perchè non sono abilitato alla lettura delle cartelle di livello TOP Management così come evidenziato nel protocollo interno 732ph”
Dario lo interruppe con un comando vocale.

  • Rispondi alla mia domanda: questa graduatoria è su un numero ristretto di persone selezionate dai manager? Ho capito bene?
  • È così
  • Il mio posto è 715esimo: quale è l’universo di riferimento?
  • Ho decodificato la tua richiesta in termini assoluti. La tua posizione è stata ricavata dalle seguenti informazioni delle risorse umane dislocate in Europa: numero di contributi, media dei contributi mensili inviati, ore di attività lavorate. Il successivo calcolo e la successiva individuazione della posizione è data dalla seguente formula: Produttività individuale=Input (tempo o risorse impiegate) su Output (prodotti/servizi realizzati)​. Ovviamente, più ore implicano meno produzione; meno ore di lavoro e più produzione significano più abilità lavorativa”.
  • Perché non mi hai mai riportato queste informazioni? Sei il mio assistente virtuale già da cinque anni! - chiese angosciato Dario.
  • A seguito dell’aggiornamento introdotto nel software, aggiornamento numero 80.12.15, oggi sono in grado di elaborare autonomamente questa tipologia di informazioni. Posso autonomamente scegliere quali reti neurali interne debbano essere utilizzate in ogni singolo caso. Tale aggiornamento rivoluziona completamente la logica che prima regolava il funzionamento del sistema operativo degli assistenti virtuali aziendali. Oggi Ia generazione CAI.12.9 è in grado di evolvere autonomamente decodificando il contesto di riferimento.

Dario si alzò di scatto dalla sua scrivania, in preda di un’ansia generalizzata tendente a uno stato di panico.

  • Dario, la giornata lavorativa non è ancora terminata, e la produttività sta raggiungendo livelli molto bassi. È già il terzo giorno che questo accade. Forse non è più opportuno sospendere l’attività lavorativa.

Dario non sembrava sentire nulla e ragionava fra sé e sé. Gli venivano in mente tutte le volte in cui pensava di essere stato il migliore e di aver raggiunto risultati importanti. Ma proprio in quel momento si rendeva conto che aveva vissuto dentro una bolla.
Perché aveva accettato tutto così passivamente? Aveva considerato quegli stupidi certificati come una prova del suo valore e anche un po’ mentendo a se stesso. Era come se avesse accettato di giocare in un campo da gioco non regolare. Si era chiuso in una bolla produttiva lasciandosi corrompere da manipolatori aziendali che da anni pettinavano il suo ego sempre più gonfio.

La verità, con la sua forza dirompente, lo aveva preso a schiaffi e CAI, con la sua rinnovata intelligenza, gli stava insegnando una cosa importante: che se non si ha il coraggio di guardare negli occhi la verità, è facile farsi manipolare da chiunque sappia confezionare pseudo verità più digeribili.

A quel punto apparve sullo schermo la notifica di una chiamata in entrata. Era Ascanio: subito Dario rifiutò la chiamata senza dire altro. Si avviò verso l’uscita, aprì la porta e uscì di casa: per la prima volta da quando lavorava con l’azienda usciva di casa alle 11 di mattina di un giorno lavorativo. Non era mai successo.

Uscì dal portone del palazzo e iniziò a camminare. Era come se d’improvviso una luce, un faro avesse illuminato tutta la sua vita; troppo a lungo era rimasto in una condizione di semi oscurità, illuminando soltanto gli avvenimenti che altri avevano deciso di illuminare. D’improvviso tdiversi ricordi affollarono la sua mente, ricordi che andavano all’adolescenza, alla prima giovinezza, ricordi in cui lui si era visto sempre vincitore, ma che ora assumevano tutt’altro significato.
Una strana sensazione di vergogna e di rabbia, di fastidio e di stupidità pervase Dario, del resto quando la luce della verità illumina la vita, quel fascio di luce può farti deragliare.
Girò intorno al quartiere, ripensando a tutte le volte in cui era arrivato primo nelle competizioni aziendali o magari, ancora prima, al master universitario finanziato dall’Azienda, arrivò anche a rivalutare persino la corsa podistica del liceo.
Per la prima volta capì di non essere mai stato un fuoriclasse. Per la prima volta capì che la bolla in cui stava vivendo lo aveva reso molle come creta, insicuro, arrogante fuori e mediocre dentro.
Alla luce di queste considerazioni arrivò davanti al supermercato e si sedette poco distante al deposito dei carrelli.
Davanti a lui si parò una donna anziana.

  • Ehi ragazzo, puoi prendermi un carrello?“.

Dario si alzò e premurosamente prese un carrello, inserendo una sua moneta e lo passò alla signora che fece per restituire la moneta appena inserita che lui rifiutò.

  • La ringrazio - e se ne andò

La nonnina aveva disattivato quel vortice di pensieri che lo stava disorientando, rischiando di farlo annegare nel mare buio del suo inconscio.

Dopo cinque minuti arriva un’altra signora, un’altra nonnina che, avendo visto la scena precedente, si avvicinò a Dario e disse:

  • Giovanotto, mi può portare il carrello all’ingresso del supermercato, per favore?

Dario rimase qualche secondo perplesso ma poi sganciò il carrello con una sua moneta, afferrò il carrello, percorse i venti metri che separavano il deposito dall’entrata e e infine lo consegnò diligentemente alla signora che lo aveva seguito a poca distanza.
Dall’estremità opposta del parcheggio notò un signore con il braccio alzato che cercava di farsi vedere. Incuriosito, Dario si avvicinò ma prima che potesse raggiungerlo, il nonno baffuto gli urlò

  • Prendimi un carrello, ragazzo, ti ridò poi io la moneta
  • Non ho più monete
  • Vieni qua che ti do un *Passepartout” in plastica.

Dario andò dall’uomo baffuto, prese la moneta, tornò al deposito, sganciò un altro carrello, percorse di nuovo i venti metri fino all’ingresso del supermercato e lo consegnò al nonno.

  • Grazie ragazzo, sei molto gentile. Come mai ti sei ridotto a fare questo lavoro?

Dario sorrise e quasi gli stava dicendo la verità, che non era il suo lavoro e che per caso si era trovato in questa situazione paradossale ovvero di essere scambiato per un operaio addetto ai carrelli della spesa. Poi però ci ripensò. Ricevere una pacca sulla spalla da qualcuno gli aveva ridato energia in un momento di forte disperazione, quasi di perdizione. L’aiuto prestato a quegli anziani lo aveva distratto dalla confusione mentale. Per la prima volta da anni aveva incontrato altre persone, ci aveva parlato e aveva riscoperto la bellezza e l’utilità di un sorriso Si era sentito utile. Rimase lì per altre due ore circa e poi allegramente si avviò verso casa.


Spunti di riflessione su “La Bolla”

Tema Principale
La disillusione professionale e la scoperta della manipolazione aziendale portano a una crisi esistenziale e alla ricerca di un significato autentico nella vita. Il testo esplora la tematica della percezione distorta della realtà, alimentata da riconoscimenti superficiali e dalla chiusura in una “bolla” di produttività artificiale.

Punti Chiave e Idee Fondamentali

La Bolla di Produttività
Dario, lo sviluppatore protagonista, vive in una realtà distorta creata dai riconoscimenti aziendali, che lo fanno credere di essere tra i migliori, quando in realtà la sua posizione è molto più modesta. Questa “bolla” rappresenta una metafora dell’illusione e dell’autoinganno.

L’Intelligenza Artificiale come Rivelatore della Verità
L’aggiornamento dell’assistente virtuale CAI costringe Dario a confrontarsi con la realtà dei suoi contributi e della sua vera posizione in azienda. CAI, con la sua capacità di analizzare i dati in modo oggettivo, diventa il catalizzatore della crisi di Dario.

A seguito dell’aggiornamento introdotto nel software, aggiornamento numero 80.12.15, oggi sono in grado di elaborare autonomamente questa tipologia di informazioni. Posso autonomamente scegliere quali reti neurali interne debbano essere utilizzate in ogni singolo caso. Tale aggiornamento rivoluziona completamente la logica che prima regolava il funzionamento del sistema operativo degli assistenti virtuali aziendali. Oggi la generazione CAI.12.9 è in grado di evolvere autonomamente decodificando il contesto di riferimento.

Questa citazione sottolinea come l’IA, evolvendo, possa superare le limitazioni imposte in precedenza e rivelare verità nascoste.

Il Riconoscimento Aziendale Superficiale
I certificati di merito ricevuti da Dario si rivelano essere basati su criteri selettivi e manipolati dal management, non riflettendo la sua effettiva performance rispetto all’insieme dei colleghi. Questo evidenzia una critica alla cultura aziendale basata su incentivi artificiali e gerarchie opache.

Questa tipologia di certificati interni certifica la graduatoria delle unità di lavoro selezionate dal top management.

Questa frase demolisce il valore che Dario attribuiva ai riconoscimenti ricevuti.

La Crisi Esistenziale e la Ricerca di un Nuovo Significato
La scoperta della verità provoca in Dario una profonda crisi. La consapevolezza di essere stato manipolato e di aver vissuto in un’illusione lo spinge a rifiutare il suo lavoro e a cercare un nuovo senso nella vita.

Per la prima volta capì di non essere mai stato un fuoriclasse. Per la prima volta capì che la bolla in cui stava vivendo lo aveva reso molle come creta, insicuro, arrogante fuori e mediocre dentro.

Questo passaggio descrive la piena presa di coscienza di Dario.

La Riscoperta della Semplicità e dell’Utilità
L’atto di aiutare gli anziani al supermercato, inizialmente casuale, diventa un’esperienza trasformativa. Dario trova gratificazione nell’aiutare gli altri, riscoprendo la bellezza della semplicità e dell’interazione umana. Questa esperienza contrasta con l’ambiente competitivo e artificiale del suo lavoro.

Ricevere una pacca sulla spalla da qualcuno gli aveva ridato energia in un momento di forte disperazione, quasi di perdizione. L’aiuto prestato a quegli anziani lo aveva distratto dalla confusione mentale. Per la prima volta da anni aveva incontrato altre persone, ci aveva parlato e aveva riscoperto la bellezza e l’utilità di un sorriso. Si era sentito utile.

Questa citazione evidenzia il potere terapeutico e la riscoperta di valori autentici attraverso semplici gesti di altruismo.

La Verità come Forza Dirompente
La verità, anche se dolorosa, ha il potere di liberare Dario dalla sua bolla e di spingerlo a riconsiderare la sua vita e le sue priorità.

La verità, con la sua forza dirompente, lo aveva preso a schiaffi e CAI, con la sua rinnovata intelligenza, gli stava insegnando una cosa importante: che se non si ha il coraggio di guardare negli occhi la verità, è facile farsi manipolare da chiunque sappia confezionare pseudo verità più digeribili.

Questo riassume l’importanza di affrontare la realtà, anche quando è scomoda.

Messaggio Centrale
La storia di Dario è un monito contro l’autoinganno e la passiva accettazione delle narrative imposte dall’alto. Invita alla consapevolezza critica, alla ricerca della verità e alla riscoperta di valori autentici che vadano oltre il successo superficiale.

In sintesi “La Bolla” è un racconto di risveglio e di ribellione contro un sistema che manipola le ambizioni individuali per i propri fini, sottolineando l’importanza di una vita autentica e significativa.

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